martedì 31 gennaio 2012

Aria fresca

Il riscaldamento, caminetti e aria calda possono farci sentire stanchi e senza energia, e questo può portare a cattive abitudini alimentari. Esci all'aria fresca per almeno 10 minuti al giorno, sarai spinta da una nuova energia e benessere.

lunedì 30 gennaio 2012

Red Hot Chilli Pepper

Con questo titolo non voglio parlarvi del famoso gruppo rock, ma del peperoncino.
Secondo uno studio, mangiare un cucchiaino al giorno di peperoncino aumenterebbe il nostro metabolismo fino al 25%. Quindi se ami il piccante, non esitare ad aggiungerlo ai tuoi menu per bruciare calorie extra. Fatti ispirare dalle cucine thailandesi, oppure messicane o ancora cinesi (naturalmente niente fritti!). Oltrettutto il peperoncino, grazie a un composto in esso chiamato capsaicin, aiuta a mantenere sotto controllo la fame (e con essa le abbuffate).

Società e alimentazione

Società e alimentazione. Alimentazione e società. Disturbi alimentari e società. Queste parole sono tutte strettamente collegate tra di loro. Nei corsi degli anni, e direi anche dei secoli, la scocietà ha cambiato radicalmente il  modo di mangiare e il rapporto che ognuno di noi ha con il cibo. 
Pensiamo solamente alla differenza della società di oggi e quella del 1800. La maggior parte delle famiglie aveva una fattoria, o comunque un giardino abbastanza grande da potersi procurare gli alimenti da soli. Nel 1800 un negozio d'alimentare procurava solamente lo stretto necessario, quali farina, uova, formaggio e carne per chi non aveva una fattoria. Per tutto il resto le persone dovevano procurarselo da soli, lavorando i campi e curando gli animali. Le persone dovevano lavorare, muoversi, sudare per avere una cena saziante. Ma voglio ricordare anche la modalità in cui si cucinava il cibo, la convivialità attorno all'atto del mangiare, come anche l'ideale di bellezza del corpo. 
Oggi i supermercati si sono sviluppati in tutto il mondo, e ammettiamolo anche che sono pratici: hanno tutto, fresco e pronto, aperto sei o sette giorni su sette. Questo ci ha reso la vita più facile nel procurarci il cibo, ma al contempo ci ha causato altri problemi. 
Ammettiamolo, il nostro cervello adesso é programmato su "vedi il cibo e mangialo". Nella nostra era, l'industria alimentare spende milioni e milioni di franchi (o euro, o dollari) nella bellezza e nella cura degli alimenti per tentare i clienti a comprare e ancora comprare. I supermercati utilizzano spesso la psicologia per farci comprare più del necessario: l'odore del pane appena sfornato stimola l'appetito, le azione compri due paghi uno, i dolci posti verso la fine nel magazzino o vicini al reparto bambini così, accompagnati dal proprio bambino stanco di fare la spesa, farà i capricci per un cioccolatino. 
Spesso, il tipo di alimentazione é anche influenzato dalle idee ideologiche. Se pensiamo ai digiuni nell'induismo, la quaresima, il divieto di mangiare carne di maiale nella cultura musulmana, e tanto altro ancora. 
Ma ritorniamo ancora sul cambiamento della società: alla fine della seconda guerra mondiale, i rapporti sociali cambiano. Il cuoco nelle case borghesi sparisce e le donne incominciano a lavorare, questo ha chiesto un adattamento da parte delle industrie per sviluppare alimentari e utensili facili da utilizzare e che facilitano la preparazione del cibo. Insieme anche allo sviluppo dei trasporti e dei metodi di conservazione, le industrie alimentari possono distribuire una grande quantità di cibi pronti e non in tutto il pianeta. 

Ma ammettiamolo, il cambiamento della società, le industrie alimentari e i nuovi canoni di bellezza non sono la vera causa del problema dei disturbi alimentari, ma di certo non aiutano. Le emozioni, le esperienze e i problemi dell'individuo sono estremamente importanti da prendere in atto. Ma una certa responsabilità collettiva deve essere assunta: su quello che la nostra società e il rapporto con il cibo sta diventando, come il nostro pensiero e ambiente circostante va avanti ma il nostro corpo rimane come 2'000 anni fa. Responsabilità di come la società può mettere in difficoltà e in imbarazzo le persone (e sono tante) nella gestione del peso e dell'assunzione del cibo. 



Fonti: 
"the compassionate mind approach to beating overeating" Ken Goss, Robinson edizioni, Londra 2011. 
http://www.nienteansia.it/articoli-di-psicologia/atri-argomenti/alimentazione-cultura-e-societa-–-“entierro-de-la-sardina”-medicalizzazione-e-de-medicalizzazione-del-sovrappeso-e-dell’obesita-–-prescrizioni-proscrizioni/521/     (ve lo consiglio come lettura)
http://web4health.info/it/answers/ed-causes-overview.htm
http://www.aliceworld.it/diete/cultura.html



domenica 29 gennaio 2012

Dove finiscono le calorie?

Vi siete mai chiesti dove finiscono le calorie che ingeriamo?
- 19% serve per le funzioni celebrali
- 7% per il cuore
- pensate, ben il 27% per il fegato
- 10% per i reni
- 18% per i muscoli
- il resto 19% per tutti gli altri organi.

Dieci cose di te

Fai un gioco con te e i tuoi amici e parenti. Obiettivo: motivazione.

Prendi un foglio, scrivi dieci cose che ami di te. Esse possono essere riguardante il tuo carattere, la tua personalità, il tuo corpo. Pensaci bene prima di scriverle.
Prepara altri fogli per i tuoi amici o/e parenti, falli scrivere dieci cose che amano di te, in generale, come già deto sopra che riguardano sia il tuo corpo che il tuo carattere.
Una volta finito inizia a leggere i tuoi dieci punti forti, poi incomincia a leggere quelli degli altri. Ti stupirai sapere che alle persone piacciono delle parti di te che tu non conosci, o odi adirittura.

Forse ti sembrerà un esercizio blando, senza alcun scopo. Ma in verità, alla fine, aprezzi sapere che le persone ti amano per vari motivi, così come sei ora. Questo aiuta ad apprezzarci di più, e quindi a stare bene con noi stesse.
Prima regola di vita: amarsi.